CARLO BUZZI RASSEGNA STAMPA

PICASSO INVENTATO. IL GIORNALE, 29 OTTOBRE 1991. Roberto Cascone.

Il fantasma di Picasso si aggira, stampato su di un manifesto 70×100 cm. con la foto di uno scopino da bagno, per le vie di Milano. Anzi, sarebbe meglio dire sui muri di Milano: è qui, infatti, che opera con regolarità Carlo Buzzi, giovane artista residente a Castellanza. Buzzi, che afferma di avere ormai una forma di repulsione per tele e pennelli, proprio non molto tempo fa ha avuto la sua “prima” pubblicando sulla rivista d’arte “Flash Art”, a tutta pagina, il medesimo lavoro del manifesto affisso (con tanto di tassa pagata), nelle vie del centro cittadino.

L’operazione, cominciata il primo ottobre, proseguirà con periodiche affissioni (una è proprio di questi giorni), fino alla fine di marzo del 1992.
È da notare, poi, che il manifesto è contestualizzato e completato con una scritta che informa sugli orari della galleria (ma non specifica quale galleria, nè indirizzo o numero di telefono).Quel che è certo, è però che Carlo Buzzi attira l’attenzione del passante con il nome, mitizzato, dell’artista spagnolo, lo “desacralizza”, in maniera un pò provocatoria, con lo scopino, e crea una sorta di caos comunicativo dando delle informazioni assurde. Un modo di ironizzare, dunque, su leggende del mondo dell’arte, ma non solo.Buzzi in effetti adopera la città e i suoi muri come fossero uno strumento di comunicazione, proprio come accade per la normale pubblicità.

Roberto Cascone – “Picasso inventato” – IL GIORNALE, martedì 29 ottobre 1991.

About the author

AZIENDA BUZZI

Carlo Alberto Buzzi è un artista italiano, conosciuto per i suoi interventi di public art nel contesto urbano.

Modus operandi
Carlo Buzzi si serve degli strumenti propri della comunicazione pubblicitaria. Opera interventi che coinvolgono il contesto urbano. Normalmente utilizza il comune poster tipografico. Un significativo numero di manifesti viene esposto in pubblica affissione. L’operazione è documentata fotograficamente. Il lavoro sarà in seguito formalizzato grazie alla produzione di un numero limitato di “quadri” (riproduzioni fotografiche, manifesti “strappati”).